Niente più rincari

Ottimizzare le spese superflue, senza tagliare i servizi esistenti e senza che ci sia l’aumento o l’aggiunta di nuove tasse a carico dei milanesi per tutti i 5 anni di mandato.

Questi cinque anni di governo Pisapia hanno visto  un epocale aumento di tasse ad ogni livello senza un evidente  miglioramento dei servizi offerti ai milanesi.

Possiamo dire che l’amministrazione arancione ha raddoppiato la pressione fiscale, passando dai 631 milioni del 2010 ai 1.349 euro del 2015 (+113%), e nello specifico è avvenuto un aumento di tutte le imposte comunali, dall’addizionale Irpef   (aliquota massima 0,8%) dall’Imu sulle seconde case passata all’1,06%  fino alla mini-Imu del 2013, pagata a Milano più cara che in tutte le altre città italiane.

Un’altra nota dolente riguarda le tariffe pubbliche, dal canone per l’occupazione suolo pubblico (+113%) del costo dei biglietti per i mezzi pubblici (+33%) fino al prezzo dei parcheggi su strisce blu del centro (più un euro a partire dalla terza ora di sosta).

Con la gestione Pisapia le entrate comunali sono cresciute di 1,5 miliardi all’anno, circa 1.100 euro a persona  sostanzialmente le Tasse Comunali sono raddoppiate.  E’ vero che si sono ridotti i trasferimenti dallo stato, e’ vero che e vi sono state  spese straordinarie connesse con l’Expo ma e’ anche vero che la qualità dei servizi pubblici non ha avuto miglioramenti sostanziali. Da sottolineare che le spese ordinarie sono cresciute anche a causa di spese discutibili e l’evasione e’ cresciuta a causa del raddoppio della pressione fiscale comunale.

I denari necessari vanno reperiti razionalizzando il più possibile la spesa esistente senza penalizzare i servizi esistenti. Era, del resto, la linea guida seguita sia delle amministrazioni Albertini che di quella Moratti. Eventuali esigenze di bilancio non devono ricadere, com’è avvenuto dal 2011 al 2016, sul cittadino contribuente ma reperendo i fondi necessari nelle pieghe del bilancio, eliminando ogni spesa superflua.