Da Turati a Craxi alla socialdemocrazia 2.0

STORIA E PROSPETTIVA DEL RIFORMISMO A MILANO

Un incontro promosso da STEFANO PARISI Candidato Sindaco al Comune di Milano e STEFANO PILLITTERI Candidato al Consiglio Comunale di Milano.

Insieme a Stefano Parisi abbiamo realizzato un evento che ripercorre la storia del Riformismo a Milano.

Il pensiero riformista è l’unico sopravvissuto alle temperie ideologiche del 900 e ha contribuito in modo essenziale alla costruzione di quella prospettiva di progresso, solidarietà sociale e cultura di governo che, a Milano, si è a lungo incarnata nelle amministrazioni a guida socialista.

È quanto mai necessario richiamarsi al sentimento di quella “cultura” che si ispira alle sue grandi figure di riferimento come Filippo Turati e Bettino Craxi. Perseguire il loro obiettivi adeguandoli ai tempi.

L’offensiva giustizialista degli Anni Novanta ha escluso dal panorama politico gran parte di quegli organi di collegamento tra Amministratori e Amministrati che sono stati i Partiti. Quelli rimasti, sono privi degli strumenti di analisi e prospettiva che producono la “cultura del buon governo”. Con i Partiti, sono stati allontanati dalla politica anche gli elettori.

Non è il rimpianto di un “buon tempo andato”, quanto la presa d’atto della sostituzione di democratiche organizzazioni partecipative con populismi che cavalcano le paure (pur legittime) della gente.

Paura per le crisi del lavoro, della rappresentanza e della solidarietà sociale, che allargano oggi la forbice socio/economica tra i privilegiati, che navigano in una condizione sovranazionale, disponendo e controllando i flussi economici, culturali e comunicativi, e la gente comune, confinata negli Stati nazionali, privi di poteri e strategie autonomi e quindi inefficaci nel provvedere ad essa.

Il Novecento è stato il secolo delle socialdemocrazie, che hanno fatto incontrare i valori del liberal/capitalismo e del welfare, della solidarietà sociale e della cultura di governo; quanto esse hanno costruito (e continuano a costruire) per il progresso della condizione umana e sociale degli uomini e delle donne è sotto i nostri occhi.

Non si risolve il problema con la semplice manifestazione di una volontà politica, espressa attraverso il voto piuttosto che in un programma elettorale. Crediamo però fermamente che la  tradizione riformista debba essere rappresentata nei Governi, sovranazionali, nazionali e locali.

Milano, in particolare, ha conosciuto un proprio percorso di “buon governo riformista”, popolato da grandi figure di riferimento, da Filippo Turati a Bettino Craxi, attraversando tutto il XX secolo.

Chi oggi ne raccoglie il testimone e persegue i loro obbiettivi, adeguandoli ai tempi, rischia di confondersi in un marasma elettorale privo di legittimazione storica, come i fiumi che il Manzoni vede scorrere prima singolarmente per finire poi, mescolati e indistinti, nel Po (“Marzo 1821”).

Chi però può vantare una limpida storia personale di impegno riformista, rimane la garanzia per la costruzione di quella società dei meriti e dei bisogni, ancora senza alternative nel panorama socio/politico nazionale e cittadino.